AD IA
E ti prendo in questa notte buia
che ha fame e sete di ogni tua parola
mentre arsa è la voglia che ho di te
all'ombra rosso cupo di un bicchiere..
Ti scivolo di dita
intinte di scarlatto di passione
e ti dipingo di velluto e di peccato.
Ad ogni verso mi innamoro ancora
di questo amore che mi fa morire
del caldo effimero dolore che di rosso si tinge
che dentro l'anima continua a farmi male.
E tu….tu che accendi ogni mia insana voglia di altro nido
sei tra gli artigli della mia lussuria
perversa preda che l'anima s'è uccisa
con le sue bianche mani da pianista
sui tasti d'ebano e avorio della mia lucida follia.
Usala questa malinconia d'autunno e cantami l'ultimo grido
di seta e spine
tua stola nera e tua corona
mentre io spengo le tue note
nel torbido soffiare d'uragano
che adesso tace l' attesa che hai di me
cedendo posto all'attimo che non conosce arresa
se non davanti al mare di oleandro
che dentro ai tuoi occhi verdi languido si muove
come leggera veste mossa a marzo
dal vento di grecale.
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