sabato, settembre 23


Gridano e stridono voci di vetro tagliente.
Non posso ascoltarli. Non ancora.
Ti prego, cantami una canzone.
Se non vuoi, lo farò io.
E colmerò di Musica questo silenzio sterile di vita.




Si dimenano e agitano brandelli di carne putrida.
Non posso guardarli. Non ora.
Ti prego, bendami gli occhi.
Se non vuoi, lo farò io.
E cospargerò di Luce questa notte orba di stelle.



So che non posso saldare un Abisso con l’Aria.
Attendimi dunque o Abisso
e lasciati attraversare senza celarmi nulla.
Non ho paura
e non posso averne
perchè sei mia creatura
mio fine e mio inizio
e solo io posso renderti pieno e scoppiettante di vita
o vuoto risuonante morte e paura
ma sempre mi appartieni
e se non voglio…
non vedrò soglia
né scorgerò mai baratro
o sentiero
che possa mai suggerirmi
tua esistenza
senza specifico
mio atto di volontà.




Resta pure Abisso
attendi millenni
che qualche perduto umano bussi
alla tua ingannevole porta
e cada
precipitando
in fondo felice e alleggerito
dalla sua responsabilità prima.
Sarò io sentinella
chiave e catenaccio
ed a gran voce gli urlerò
durante la caduta
risibili facezie
ed orrorifiche novelle
insegnandogli a scegliere
finché capirà
cadendo
che ogni sua risata o gemito di spavento
sarà soltanto un mero
gradevole
gratuito
umanissimo
spettacolo ulteriore offerto dal proprio cinema personale.




Saluti signori
il sipario cala
ma presto si replica…
Si replica
in effetti
per sempre...
Tanto
è facile
essere autore e attore…
Non sono mica stolto
come un dio
che mi attengo a sceneggiature patetiche
come canovacci di scadente commedia dell'arte...
Sono un uomo io
chiave
lucchetto
catenaccio
pubblico
sipario
e soprattutto
…Aria…

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