mercoledì, maggio 24




Immortale Afrodite dal trono variopinto, figlia di Zeus,
tessitrice d'inganni, io ti supplico: non prostrare con ansie
e con tormenti, o dea angusta, l'animo mio,

ma vieni qui, se mai altra volta udendo la mia voce di
lontano, le porgesti ascolto, e lasciata la casa del padre
venisti aggiogando un carro d'oro;

e passeri leggiadri ti guidavano
veloci al di sopra della nera terra con fitto battito d'ali
giù dal cielo per gli spazi dell'etere.

E subito giunsero, e tu, o beata, sorridendo nel tuo volto
immortale, mi domandasti che cosa di nuovo soffrivo e
perché di nuovo ti invocavo

e che cosa col mio animo folle volevo che più di ogni altra cosa
si realizzasse per me: "Chi di nuovo debbo indurmi
a ricondurre il tuo amore? Chi, o Saffo, ti fa torto?

Perché se fugge, presto inseguirà,
se doni non accetta, presto donerà,

se non ama, presto amerà,
pur contro il suo volere".

Vieni a me anche ora e liberami dai tormentosi affanni,
e tutto ciò che il mio animo brama si avveri,
avveralo tu, e tu stessa sii la mia alleata.

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