Taci, non dire nulla che non sappia d’amore,
che non abbia i colori di questo corpo di luce. Trascinami nei sentieri dove il fruscio di foglie riempie il silenzio
lungo le sponde di muffa che sanno di funghi,
che sanno di terra, perché da dove son nata vorrei tornare,
prima che il buio avvolga questa luce
e la notte mi costringa ad essere un’ombra senza forme e colori".
"Taci,
non parlare.
Qualsiasi parola righerebbe la luce,
Vorrei dare un nome ad ogni foglia che calpesto
impararlo a memoria,
così come ad ogni passo un suono ed un rumore
per ricordarlo domani e chiamarlo per nome".
"Guardami,
come se m’avessi scovata dentro un guscio di noce,
tra le spine dei rovi come more e lamponi.
Accecati al rosso delle mie labbra perfette,
abbagliati e pretendi rispetto
per ogni filo di luce che s’addensa e mi vela
per ogni goccia di seme che mi sfama e mi disseta".
Trasportami in silenzio oltre questa cascina,
dove la trama di tela avvolge il mio viso
e mi lega invisibile ai raggi di sole
che sfilacciati s’allungano e si scontornano
come un buco di luce attorno ad una foglia".
"Taci,
se proprio non puoi sentire il silenzio! Ti prego chiamami amore se non conosci il mio nome, ma
Taci ed ascolta il rumore di questa luce che sfuma".
"Bagnami le labbra!
Fammi bella come gocce di rugiada sui petali di una rosa,
inumidiscimi la ragione che spalanco al bisogno,
alla frenesia di non rimanere vuota più a lungo".
"Taci, ti prego taci,
perché se amore esiste,
non ci sono parole dentro questa luce".
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